Dopo le alluvioni del 1994 e del 2000, è tornata la paura in Piemonte

Un territorio come quello piemontese, incredibilmente ricco di fiumi e di affluenti, è un territorio particolarmente soggetto alle inondazioni in caso di maltempo molto accentuato. Eppure, nonostante la storia insegni, sembra che poco o nulla sia cambiato rispetto al passato sulle condizioni di questo territorio, che in questi giorni continua a tremare come in passato a causa delle forti perturbazioni, ancora una volta previste dalle previsioni del tempo.

Un territorio che ha pagato prezzi molto alti negli anni in termini di vite umane, ma per il quale sembra sia stato effettuato ben poco per migliorare le condizioni del terreno, dei fiumi e dei ponti.

L’alluvione del 1994

Le previsioni meteo della settimana antecedente il 3 novembre 1994 avevano allertato la popolazione in merito ad una possibile perturbazione molto violenta che avrebbe potuto interessare il Piemonte. In effetti, il meteo aveva dato indicazioni verificatesi poi corrette, in quanto il 2 novembre iniziarono le piogge; tali piogge, tuttavia, si mantennero lievi, così come anche il 3 ed il 4 novembre. Dal 4 novembre sera, invece, l’aumento di intensità portò a danni del tutto imprevisti. alluvione_d0

Il 5 novembre 1994, al mattino, il fiume Tanaro era già esondato, e nel pomeriggio invase il comune di Ceva. Successivamente, l’esondazione arrivò a valle e riuscì ad invadere la provincia di Alessandria. Nel frattempo, anche il Po determinava altri danni a causa della sua esondazione, così come anche il Belbo. La situazione fu disastrosa: 600 millimetri di pioggia caddero in 48 ore, e l’alluvione costò la vita a ben 70 persone, mentre gli sfollati furono oltre 2000.

L’alluvione del 2000

La situazione del 2000 fu molto simile a quella del 1994: anche in questo caso infatti le previsioni del tempo avevano preannunciato una situazione potenzialmente catastrofica. Il vortice di bassa pressione, introdotto con il nome di ‘Josephine’ dai bollettini meteo, aveva già colpito il Regno Unito e si apprestava a giungere verso l’Italia.

La perturbazione fu preannunciata dall’innalzamento repentino delle temperature e da un vento di scirocco molto violento. Così, il 13 ottobre 2000, la Valle d’Aosta e l’alto Piemonte furono invasi da una pioggia ininterrotta e violentissima. Le piogge cadevano anche sulle Alpi, a 3500 metri d’altezza, causando ancor di più la concentrazione di acqua a valle, che provocò la distruzione e la caduta di numerosissime strade e ponti.

Le previsioni meteo affermarono che le piogge avrebbero insistito per altri 2 giorni, fino al 15 ottobre, e in effetti solo il 16 ottobre la situazione climatica tornò nella norma. Nell’arco dei 3 giorni, il Po aveva raggiunto livelli record, ed insieme ai suoi affluenti Dora Baltea e Dora Riparia aveva provocato l’alluvione di moltissimi territori, devastando in particolar modo Cogne e la vallata del Lys.
Anche in questo caso i danni furono ingenti: in Valle d’Aosta si contarono 17 morti, in Piemonte 24 ed in totale 50mila sfollati.

Ancora paura nel 2016

Il rischio che una tragedia preannunciata dalle previsioni del tempo potesse verificarsi nuovamente è stato alto nel novembre 2016, dove delle condizioni meteorologiche molto simili a quelle del 2000 hanno messo in serio pericolo la popolazione della Regione.

I sindaci dei diversi comuni lamentano impotenza e pochi fondi per fronteggiare situazioni climatiche sfavorevoli ma tuttavia prevedibili che interessano tutto il Piemonte. E tra il 21 e il 25 novembre 2016, la perturbazione è costata la vita ad una persona.