Gestione della risorsa idrica: come effettuarla correttamente

Negli ultimi anni, complici i numerosi cambiamenti climatici, il tema “ambiente” sta diventando di fondamentale importanza per la salvaguardia del mondo in cui viviamo e del genere umano.

In particolare, maggiore attenzione è posta sulla corretta gestione delle risorse idriche, considerate come un bene prezioso ma “scarso”.

Se da un lato infatti la disponibilità di acqua è smisurata, dall’altro solo il 2,5% è costituito da acque dolci con prelievi che aumentano ogni anno.

In particolare, in Italia vengono prelevati circa 33,7 miliardi di metri cubi di acqua, la maggior parte utilizzati per il settore agricolo (50,45%) attraverso l’impiego di motopompe autoadescanti, mentre quello industriale utilizza solo il 22,85% e infine il settore civile, che si rifornisce solo dalla rete idrica utilizzando il 26,70%.

Come si differenzia l’utilizzo dell’acqua in base ai differenti settori

Nel corso del Water Management Report, sono stati analizzati in particolare il settore civile ed industriale per capire come migliorare la gestione delle acque.

Nel caso della rete idrica civile, dopo aver analizzato le norme e i vari gestori addetti alla distribuzione, si è giunti alla conclusione che se da un lato il settore idrico sembra essere ben regolato e sono state fissate adeguate tariffe, dall’altro si evince un dislivello tra la retribuzione per gli investimenti e il sistema delle tariffe dal momento che non sono così competitive da spingere ad investire.

Accanto a questa analisi, si è visto inoltre quanta acqua è stata prelevata e dopo adeguata potabilizzazione, erogata nella rete idrica: si parla di circa 4,8 miliardi di metri cubi con un livello di dispersione pari al 40,66%, ma al Sud e Centro Italia è arrivato oltre il 50%.

Le cause principali che determinano queste perdite indigenti di acqua possono essere di:

  • carattere sociale, cioè legate soprattutto al disagio dovuto alla carenza di erogazione,
  • carattere economico, legate a risorse che vengono sprecate per estrarre, movimentare e trattare acqua che non arriva a destinazione;
  • carattere ambientale, lo spreco di acqua determina uno suo spostamento da un posto all’altro andando a sottrarre la risorsa idrica al ciclo naturale, dando vita a divari tra le varie località.

Anche se non tutte le cause di perdite si possono eliminare, si può sicuramente arginare il problema evitando di sprecare troppa acqua e l’energia ad essa collegata, andando ad intervenire su manutenzione ordinaria, straordinaria e allacci abusivi.

Invece, per quanto riguarda l’ambito industriale, la quantità di acqua complessivamente consumata è stata di circa 6,9 miliardi di metri cubi dei quali circa 5,5 miliardi nell’industria manifatturiera e circa 1,4 miliardi nella produzione di energia.

Per ciascun settore analizzato si è studiato tutto il processo produttivo con particolare attenzione ai principali utilizzi di acqua andando ad esaminare le varie opportunità di efficienza idrica ed energetica.

In questo caso il potenziale di risparmio è davvero elevato, così come quello che potrebbe essere raggiunto tramite opportuni investimenti.