Definiamo l’architettura high tech e la sua storia
LA NASCITA DELL’ARCHITETTURA HIGH TECH
Negli anni ’60 e ’70 l’architettura subisce una vera e propria rivoluzione. Se finora i principali punti chiave della progettazione architettonica erano la materialità, la razionalità delle forme e la stabilità, adesso entrano in gioco delle nuove caratteristiche e delle nuove ambizioni. Entrano in campo concetti come tecnologia, leggerezza, trasparenza ed altezza.
Anche concettualmente l’architettura diventa un veicolo dove esprimere le nuove tematiche di flessibilità e fluidità.
Vengono introdotti dei sistemi intelligenti, ad alto livello tecnologico e sostenibile, è così che quindi si comincia a dar spazio visivo a tutti gli “ingranaggi” di un’architettura, stiamo parlando quindi dellìimpianto strutturale ed impiantiscono. Una delle tendenze dell’architettura di questo periodo diventa quindi lasciare a vista quelle parti che compongono un palazzo che prima veniva ben nascoste da facciate massicce ed opache. La faccia diventa quindi trasparente, una membrana che lascia intuire in maniera neanche troppo velata tutte le singole componenti che lo formano. Portando all’esterno gli elementi che compongono un edificio è come rendere colui che si appresta ad entrarci un fruitore attivo, che prende parte lui stesso all’opera architettonica.
Progettare diventa quindi proiettare all’esterno quello che l’edificio è.
Tutto questo deriva da una rivoluzione concettuale dell’architettura. Se prima era vista come un insieme di diktat proporzionali e norme di armonia e coordinazione adesso il tutto viene sconvolto dall’autonomia che viene riposta in ogni edificio come un elemento a sè ( basti riflettere che intorno a quegli anni la tecnologia ha permesso di costruire astronavi, era pertanto presente nella mente di ognuno di noi il concetto di astronave e di edificio mobile ).
UN ESEMPIO FRA TUTTI
Complice quindi un momento storico di grande fermento e di grande innovazione tecnologica, l’architettura prende il piede della tecnologia; basti pensare al Centro Pompidou di Rogers e Piano, capolavoro e probabilmente manifesto dell’architettura high tech; un edificio senza facciata ma che lascia a vista tutte le componenti impiantistiche colorandole in tonalità diverse a seconda della funzione che esse ricoprono ( se tubazioni di acqua, elettricità o aria ). Non solo, la facciata che prima era vista come ingresso all’edificio stesso ed era pertanto considerata il “biglietto da visita” adesso viene sostituita dalle rampe di scale mobili per accedere ad ogni piano del Centro. Una rivoluzione, che esprime in tutta la sua brutalità il concetto cardine di questo momento storico: tecnologia, modernità e inquietudine. Si crea quindi un polo tecnologico che svetta all’interno di una città che mantiere un aspetto classico e ottocentesco.
I CONCETTI DELL’HIGH TECH
Ovviamente alla base di questa rivoluzione è la funzione stessa dell’edificio, adesso diventava flessibile e non preimpostata nel momento della progettazione. Esistono delle forme tipologiche che caratterizzano questo movimento e tendenza.
- LA MAGLIA: basti pensare allo stabilimento della Renault firmato Foster
- IL TUNNEL E LE DIREZIONI: Parliamo di Foster che nel Sainsbury Center annulla la differenza tra pareti e pavimento.
- CUPOLE GEODETICHE: lasciano al loro interno la totale liberta di spazio, si parla quindi di flessibilità e infinite possibilità dìuso.
- ALTEZZA: in questo periodo si cominciano a costruire edifici verticalmente sempre più alti in controtendenza alla spinta orizzontale che avevano questi durante il costruttivismo russo. Gli edifici quindi diventano sempre più alti grazie sicuramente al processo tecnologico e l’innovazione dei materiali costruttivi che hanno reso possibile costruire edifici sempre più alti e stabili.